Progetti di ricerca conclusi
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Karoline Luise von Baden. Art and Correspondence
Margravine Karoline Luise von Baden (1723-1783) gathered in Karlsruhe castle a top-class painting cabinet, which later formed the basis for the Staatliche Kunsthalle Karlsruhe. A network of agents provided her from the European centers of the art trade with catalogs of collections, stitch sequences and art aesthetic literature. About Current auctions she was promptly informed, in her purchasing decisions Margravine acted independently and with sound judgment.
The online information system Karoline Luise von Baden. Art and Correspondence combines the art of painting cabinet with the extensive correspondence of the Princess, which is obtained in her estate in the Grand Ducal family archives in Generallandesarchiv Karlsruhe.
The correspondence with more than 750 personalities gives a fascinating insight into the collection practice, moreover, but also in the cultural life of Europe of the Enlightenment. One encounters the philosopher Voltaire, the art lover and royal mistress Madame de Pompadour, the botanist Linnaeus, the Kunstagenten Eberts or the collector Comte de Vence.
A joint project of the Landesarchiv Baden-Württemberg, the Staatliche Kunsthalle Karlsruhe and the Università della Svizzera italiana, funded by the Volkswagen Foundation Hannover.
Responsabile
Prof. Dr. Christoph FrankPartners coinvolti
Landesarchiv Baden-Württemberg
Staatliche Kunsthalle Karlsruhe
Enti finanziatori
VolkswagenStiftung
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Diderot, il concetto di “civilizzazione” e le Belle Arti
La ricezione dei Lumi sotto Caterina II
Il progetto si riallaccia a un piano di ricerca iniziato nel 2005 da Georges Dulac, Sergej Karp e Christoph Frank nella prospettiva di una borsa di studio del Programma internazionale di studi avanzati alla Fondation de la Maison des Sciences de l’Homme di Parigi, in collaborazione con la Columbia University di New York. Il progetto permise a un gruppo di ricercatori occidentali e russi di lavorare insieme in un quadro interdisciplinare. I limiti temporali concessi furono però ristretti, e venne quindi deciso di riprenderlo estendendone considerevolmente l’ampiezza. Due eventi ne legittimano lo sviluppo: nel 2013 si celebra il 300esimo anniversario della nascita di Diderot; un anno dopo, il Museo dell’Ermitage, a San Pietroburgo, festeggerà il 250esimo anniversario della propria fondazione (1764). L’Ermitage è annoverato tra le collezioni artistiche pubbliche più importanti al mondo, e Diderot, sebbene ciò sia poco noto, ha giocato un ruolo capitale nella concezione del museo. Il progetto non tende tanto a ripercorrere la cronaca delle relazioni culturali tra Francia e Russia, quanto a mettere in rilievo vari aspetti rimasti a lungo incompresi, quindi negletti, circa il ruolo di Diderot, centrale per una comprensione in profondità di questo periodo storico. Di particolare rilevanza è a tale scopo la dimensione internazionale assunta dalla ricerca, che vede cooperare, sotto la direzione dell’Accademia di Mendrisio, varie università europee, il Museo dell’Ermitage e l’Istituto di Storia Universale di Mosca.
Responsabile
Prof. Dr. Christoph FrankCollaboratori
Sergej Karp
Bruno Pedretti
Vladislav Rjéoutski
Durata
36 mesiInizio
Gennaio 2011Enti finanziatori
FNS, Programma Sinergia
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Giacomo, Giovanni Battista e Pier Francesco Mola
Interazioni, relazioni e ascesa di una famiglia di artisti della Svizzera italiana nella Roma barocca
Il progetto si riallaccia a un piano di ricerca iniziato nel 2005 da Georges Dulac, Sergej Karp e Christoph Frank nella prospettiva di una borsa di studio del Programma internazionale di studi avanzati alla Fondation de la Maison des Sciences de l’Homme di Parigi, in collaborazione con la Columbia University di New York. Il progetto permise a un gruppo di ricercatori occidentali e russi di lavorare insieme in un quadro interdisciplinare. I limiti temporali concessi furono però ristretti, e venne quindi deciso di riprenderlo estendendone considerevolmente l’ampiezza. Due eventi ne legittimano lo sviluppo: nel 2013 si celebra il 300esimo anniversario della nascita di Diderot; un anno dopo, il Museo dell’Ermitage, a San Pietroburgo, festeggerà il 250esimo anniversario della propria fondazione (1764). L’Ermitage è annoverato tra le collezioni artistiche pubbliche più importanti al mondo, e Diderot, sebbene ciò sia poco noto, ha giocato un ruolo capitale nella concezione del museo. Il progetto non tende tanto a ripercorrere la cronaca delle relazioni culturali tra Francia e Russia, quanto a mettere in rilievo vari aspetti rimasti a lungo incompresi, quindi negletti, circa il ruolo di Diderot, centrale per una comprensione in profondità di questo periodo storico. Di particolare rilevanza è a tale scopo la dimensione internazionale assunta dalla ricerca, che vede cooperare, sotto la direzione dell’Accademia di Mendrisio, varie università europee, il Museo dell’Ermitage e l’Istituto di Storia Universale di Mosca.
Responsabile
Prof. Dr. Christoph FrankCo-responsabile
Prof. Carlo OssolaCollaboratori
Jörg Zutter
Adriano Amendola
Serena Barberis
Durata
36 mesiInizio
Maggio 2010Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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Da Ravenna a Vals. Luce e oscurità nell’architettura dal Medioevo al presente
La luce è il medium centrale attraverso il quale le forme, lo spazio e i colori diventano percepibili ad occhio umano. Quasi tutte le culture attribuiscono alla luce significati simbolici, divini, metafisici, ma anche valori riconducibili alla sfera della razionalità e del progresso. In architettura la “luminosità” degli edifici e degli spazi è da sempre uno dei paradigmi centrali. Il progetto di ricerca intende analizzare gli elementi di continuità e discontinuità nella modulazione della luce all’interno di spazi architettonici di epoca premoderna e contemporanea utilizzando una metodologia comune.
L’economia della luce, naturale e artificiale, nelle chiese medievali e i problemi correlati alla “percepibilità” della liturgia, come anche della scultura e della pittura murale, sono analizzati dalla responsabile del progetto, Daniela Mondini, attraverso una serie di casi-studio riguardanti l’architettura romanica e gotica in Italia, Svizzera, Francia, Germania (sec. XI-XIV). Tra i collaboratori, Silvia Berselli (architetto, dottore in storia dell’architettura e ricercatrice post doc) e Matthias Brunner (architetto e dottorando) dedicano le loro ricerche all’architettura del XX secolo, mentre lo storico e ricercatore Vladimir Ivanovici si concentra sullo studio della “manipolazione” luministica negli spazi liturgici al passaggio dalla tarda antichità all’alto Medioevo.
Responsabile
Prof. Daniela MondiniCollaboratori
Dr. Silvia Berselli
Dipl. arch. ETH Matthias Brunner
Dr. Vladimir Ivanovici
Durata
48 mesiInizio
Ottobre 2010Enti finanziatori
FNS, Borse di ricerca
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Inghilterra e Italia viste dalla nuova periferia europea
L’archivio Mitauer di Heinrich von Offenberg (1752-1827)
La ricerca si concentra, basandosi su documentazione inedita conservata presso gli archivi storici del Nord e dell’Est Europa, su due significativi rappresentanti e intermediari del pensiero dei Lumi: Rudolf Erich Raspe (1736-1794) e Heinrich von Offenberg (1752-1827). Scopo del progetto è far emergere il fenomeno del trasferimento culturale tra Europa dell’Ovest e dell’Est. Il lavoro si muove su diversi fronti storiografici, che spaziano dalla storia del viaggio alla storia delle idee, dalla storia dell’arte in senso ampio a quella più specifica del collezionismo. Tali aperture metodologiche servono a far emergere in modo approfondito il complesso quadro storico entro cui si iscrive il ruolo di intermediazione culturale di personaggi quali Denis Diderot, Friedrich Melchior Grimm e Johann Friedrich Reiffenstein, centrali per capire le dinamiche del patrocinio artistico e del mercato del collezionismo dell’epoca.
Tra gli scopi del progetto di ricerca vi è dunque anche quello di recuperare e analizzare per la prima volta in profondità fonti documentali, come quelle conservate presso l’archivio storico della Lettonia a Riga, di indiscusso valore ma rimaste sino ad oggi praticamente sconosciute. Questa iniziativa di studio potrà così contribuire alla valorizzazione del patrimonio archivistico dei paesi dell’Est, favorendo un rilancio degli scambi culturali con la “periferia europea” che per lungo tempo ha visto penalizzato il lavoro di ricerca dalle condizioni geopolitiche del XX secolo.
Responsabile
Prof.Christoph FrankCollaboratori
Dr. Angela Windholz
Astrid Bähr
Valda Kvaskova
Durata
36 mesiInizio
Maggio 2008Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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Architecture and the Globalization of Knowledge in the 19th Century
Gottfried Semper and the Discipline of Architectural History
Gottfried Semper (1803–1879) has left behind a large theoretical oeuvre in which he had interpreted architecture as part of material culture. The project focuses on the years of his exile in London (1850-55) when he was presented directly with expressions of advancing globalisation. Semper kept in step as an observer, practicing architect (e.g. for the World Fairs of 1851 and 1855) and instructor at the Department of Practical Art.
His deliberations on the global development of architectural culture are investigated from the point of view of the history of the discipline and in the context of the history of science and knowledge. The project includes two dissertations that pursue the question of formation of methods in architectural history under the comprehensive influence of those aspects of globalisation manifested in material culture. In connection with these, an anthology of so far unpublished or little known writings by Semper of those years (mainly from his bequest at the gta archives in ETH Zurich) will be prepared. The anthology will be accompanied by a number of critical essays by the members of the project team and guest authors.
The project is conceived as a contribution to the historical background of the, now topical, disciplinary expansion of architectural and art history towards ‘world’ or ‘global art history’. It aims to highlight some aspects of current globalisation from a historical perspective and to contribute to the current discussion on the significance of the material object in the increasingly virtual world.
Responsabile
Prof. Dr. Sonja HildebrandCo-Responsabile
Prof. Dr. Philip Ursprung, ETH ZürichCollaboratori
Msc. arch. ETH Elena Chestnova
PD Dr. Michael Gnehm (USI)
Dr. sc. ETH Dieter Weidmann (USI)
Claudio Leoni M.A., dipl. Ing. FH (ETH Zürich)
Durata
42 mesiInizio
Maggio 2013Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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Le Chiese di Roma nel Medioevo (1050-1300)
Il progetto ha come obiettivo la redazione di un catalogo, previsto in sei volumi, delle ca. 120 chiese medievali romane rimaste o tramandate dalle fonti, portando così a conclusione a medio termine il Corpus Cosmatorum II: Die Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter (1050-1300) (cfr. progetto FNS 101212_124424), intrapreso sotto la direzione del professor Peter Cornelius Claussen dell'Università di Zurigo. Nel 2002 è uscito il I volume, con le chiese dalla A alla F, seguito, nel 2008, dal II, dedicato a S. Giovanni in Laterano e al relativo battistero; il III volume con le chiese dalla G alla L, tra le quali S. Lorenzo fuori le mura, è stato dato alle stampe nel 2010.
Alla realizzazione del IV volume, con le chiese dalla M alla N che comprendono alcuni monumenti celeberrimi quali S. Maria Maggiore, S. Maria in Cosmedin o S. Maria in Trastevere, stanno attualmente lavorando in collaborazione le cattedre di studi medievali dell'Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell'Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana (USI), Mendrisio (Prof. Dr. Daniela Mondini) e dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Zurigo (UZH) (Prof. Dr. Carola Jäggi).
Responsabile
Prof. Dr. Daniela MondiniCo-Responsabile
Prof. Dr. Carola Jäggi, Universität ZürichCollaboratori
Dr. Almuth Klein
Giorgia Pollio-Rossi
Durata
36 mesiInizio
Gennaio 2015Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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Le Chiese di Roma nel Medioevo (1050-1300)
Corpus Cosmatorum II, vol. 6: San Paolo fuori le mura e San Pietro in Vaticano
Il progetto (SNSF Research Infrastructure), condotto in collaborazione tra le cattedre di studi medievali dell'Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell'Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana (Prof. Dr. Daniela Mondini) e dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Zurigo (Prof. Dr. Carola Jäggi), ha come obiettivo la redazione di un catalogo in 7 volumi delle circa 120 chiese medievali romane rimaste o tramandate dalle fonti. La maggioranza die queste chiese ha dovuto cedere il posto ai rinnovamenti barocchi o ha perduto i suoi originari arredi liturgici. Lo studio dei frammenti superstiti nonché delle fonti testuali e figurative consente, tuttavia, di ricomporre un’immagine ricca e variegata della peculiare arte romana, nota con la definizione di “cosmatesca”. Ogni edificio occupa nei conflitti tra le fazioni una posizione specifica di autorappresentazione della curia, dell’aristocrazia, del Comune o degli ordini che dipendeva da segni forti e da evidenti distinzioni. Riflettendo anche la fortuna critica e la storia dei restauri, queste “biografie” delle chiese di Roma costituiscono un elemento della nostra presente storia delle idee.
Il sesto volume in lavorazione a partire dal 2018 è dedicato alle due celeberrime basiliche apostoliche di S. Paolo fuori le mura e S. Pietro in Vaticano. Erette nel IV secolo sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo entrambe conservarono la loro struttura paleocristiana e furono oggetto nei secoli XII e XIII di importanti interventi di aggiornamento del loro assetto liturgico e apparato decorativo. Mentre la basilica Vaticana fu poi sacrificata per dar spazio al grandioso edificio rinascimentale e barocco, la basilica sulla via Ostiense mantenne la sua facies tardo antica (e medievale) fino all’incendio del 1823 e alla conseguente demolizione che, fortunatamente, ne risparmiò lo splendido chiostro duecentesco. La trattazione in parallelo delle rispettive storie edilizie permette di evidenziare i rapporti reciproci tra le due basiliche martiriali, in costante tensione tra emulazione e demarcazione delle differenze, e tiene in conto anche l’idea della “coesistenza” di entrambi gli apostoli al di sotto degli altari maggiori dell’una e dell’altra basilica, riscontrabile nelle fonti dagli esordi del XII secolo.
Responsabile
Prof. Dr. Daniela MondiniCo-Responsabile
Prof. Dr. Carola Jäggi, Universität ZürichCollaboratori
Dr. Almuth Klein (USI)
Giorgia Pollio-Rossi (USI)
Angela Yorck von Wartenburg (UZH)
Dr. Biancamaria Hermanin de Reichenfeld (UZH)Collaboratori esterni
Prof. Dr. emer Sible de Blaauw (Radboud University Nijmegen)
Prof. Nicola Camerlenghi (Dartmouth College)
Prof. Dr. emer. Peter Cornelius Claussen (UZH)
Dr. Michael Schmitz (Bibliotheca Hertziana)
Darko Senekovic (Zurigo)
Durata
36 mesiInizio
Aprile 2018Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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The City as Energy Landscape
Fase 1: A Cross-cultural Theory of the Urban Passive House
Fase 2: The City as Indoors. Architecture and Urban Climates
Il punto debole dell’odierna teoria della climatizzazione passiva è l’accento che pone sull’autosufficienza dei singoli edifici, quando invece dovrebbe puntare sulla loro interdipendenza e sugli effetti sinergici a scala urbana. In questo progetto di ricerca, la “casa passiva” viene ripensata proprio in chiave urbana e ricondotta nell’ambito delle politiche ecologiste della città. Sondando la complessa relazione tra clima e città, l’indagine alla base del progetto intreccia architettura, etnografia, studi scientifici e tecnologici.
L’idea di una casa passiva su scala urbana si fonda su “combinazioni” coordinate dei diversi “agenti” che concorrono al controllo climatico passivo. Centrale nel progetto sarà quindi l’indagine sulle «associazioni» (Bruno Latour) significative di strutture spaziali, pratiche socioculturali e regole politiche. Il controllo del clima viene quindi concepito come una pratica fondamentalmente culturale e politica.
I due progetti di dottorato, che forniranno importanti conoscenze empiriche per giungere a una teoria della casa passiva urbana, sono dedicati alle condizioni climatiche di un quartiere urbano nel Sud del mondo (Il Cairo e Santiago del Cile), del quale esplorano le strategie di modernizzazione volte a promuovere il controllo climatico passivo. I progetti combineranno la ricerca urbana bioclimatica con indagini in microscala sull’utilizzo delle common-pool resources (Elinor Ostrom), sulle pratiche locali e sui regolamenti politici riferiti alla climatizzazione.
Responsabile
Prof. Dr. Sascha RoeslerCollaboratori
Lionel Epiney
Dalila Ghodbane
Madlen Kobi
Lorenzo Fabian Stieger
Durata
72 mesiInizio
Fase 1: novembre 2015
Fase 2: novembre 2019Enti finanziatori
FNS, Divisione 1
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Il Territorio come palinsesto: l'eredità di André Corboz
L'eredità dello storico André Corboz (1928-2012) copre cinque anni. Legato alle scuole di architettura sin dalla fine degli anni Sessanta, Corboz si è affermato come storico dell'architettura e dell'urbanismo, insegnando dapprima all'Université di Montréal (1967-1980), poi come professore ordinario di storia dell'urbanistica, all'ETH di Zurigo (1980-1993). Per ragioni da ricercare nelle idiosincrasie della sua persona e del suo intelletto, come storico dell'arte autodidatta è ancora prossoché sconosciuto, nonostante il considerevole impatto esercitato dai suoi scritti in tale campo. Questa è la premessa di un progetto che intende offrire uno sguardo complessivo dell'universo intellettuale di un accademico singolare come Corboz, discutendo gli elementi chiave del suo approccio innovativo e transdisciplinare, che costituiscono una vera risorsa per l'odierna teoria e pratica architettonica e urbanistica.
Il progetto consta di due sottoprogetti strettamente correlati tra loro: una esposizione al Teatro dell'architettura (4 novembre 2022 - 5 febbraio 2023) e un sito web, in cui i contenuti della mostra saranno presentati in modo permanente e duraturo in una forma sistematica e organizzata. Il sito web offrirà inoltre un accesso strutturato al Fondo Corboz, uno dei fondi librari più importanti della Biblioteca dell'Accademia di architettura (più di 26.000 volumi unitamente a un notevole archivio). Allo scopo di rivelare informazioni utili sul peculiare metodo attraverso cui Corboz produce conoscenza, il sito sarà concepito in modo da garantire una futura espansione dei contenuti.
L'ampiezza delle sue riflessioni colloca indiscutibilmente la prospettiva critica di Corboz nel paesaggio urbano postmoderno. La natura aperta e transdisciplinare delle sue ricerche rappresenta un potenziale per questo progetto. Pertanto la mostra affronterà il vasto contesto che ha dato forma al suo pensiero, nonché i cambiamenti culturali ai quali ha a sua volta reagito. A tale riguardo, un banco di prova è dato dal territorio urbanizzato, le cui mutazioni hanno fornito il punto di partenza delle posizioni critiche formulate da Corboz. In veste di storico ha allo stesso modo contribuito a fornire una interpretazione critica delle istituzioni e dei saperi inerenti alla pianificazione. In tale luce, l'esposizione si configurerà come uno spazio volto allo scambio di idee sul territorio contemporaneo e sulla sua gestione.
La mostra è stata riproposta in una versione ridotta e leggermente variata presso lo spazio espositivo Archizoom dell'EPFL (26 settembre - 5 dicembre 2023).
Fondo A. Corboz, Biblioteca dell'Accademia di architettura dell'USI
Pagina web della mostra "Il territorio come palinsesto: l'eredità di André Corboz"
Sito web André Corboz
Responsabile
Prof. Dr. Sonja Hildebrand
Project leader
Dr. André Bideau
Collaboratori scientifici
Dr. Anna Bernardi
MSc. arch. Frida Grahn
MSc. arch. Lucia Pennati
Project partner
Dr. Elena Cogato Lanza (EPFL)
Dr. Elisabetta Zonca (USI)
Durata
30 mesiInizio
Settembre 2020Enti finanziatori
Cattedra Borromini (USI)
Ernst Göhner Stiftung
Ulteriori finanziamenti di terzi